Neoformazione e chirurgia plastica

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Trattare con successo lipomi, neoformazione, cisti, cheratosi, fibromi o angiomi non è così scontato, soprattutto per quanto riguarda il risultato finale. Una cicatrice, infatti, è inevitabile, dopo un intervento di questo tipo: vediamo perché, e soprattutto come, un chirurgo plastico può affrontare con migliori mezzi e risultati queste imperfezioni della pelle.

La chirurgia plastica estetica si occupa anche di tutte le neoformazioni cutanee e sottocutanee che richiedono asportazione chirurgica: ciò avviene senza tralasciare l’importantissimo aspetto dell’esito cicatriziale.

Proprio per questo motivo un chirurgo plastico esperto è in grado di risolvere con un esito estetico migliore ciò che fino a qualche tempo fa era di competenza dermatologica.

L’aspetto estetico a termine dell’intervento è diventato giustamente un fattore fondamentale, soprattutto se si tratta di neoformazioni situate in zone del corpo assai visibili ed esposte.

I nei (o più correttamente “nevi “) sono lesioni pigmentate solitamente cutanee ma che possono manifestarsi anche sulle mucose: essi possono essere presenti singoli oppure a gruppi.

Possono essere presenti fin dalla nascita, tuttavia la maggior parte dei nei compaiono spontaneamente nel corso della vita. Si presentano solitamente rotondeggianti oppure ovalari e possono essere più o meno rilevati rispetto alla cute circostante e con differenti gradi di pigmentazione – dal marrone chiaro al nero – e varie dimensioni, di solito da pochi millimetri a un centimetro.

Le tipologie di nei esistenti sono molteplici e classificate in base alle loro caratteristiche macroscopiche (dermatologiche) e microscopiche (istologiche).

Per questo motivo è importantissimo che il chirurgo plastico abbia una preparazione adeguata in materia oncologica per poter procedere correttamente all’asportazione e all’eventuale esame istologico.

Alcune caratteristiche dermatoscopiche particolari del neo implicano la sua asportazione e il conseguente esame istologico che, talvolta, definisce il neo come “atipico” che non significa per forza maligno, ma spesso semplicemente un aspetto microscopico non usuali e comunque benigno.

Se il neo è invece dichiarato “displastico” ciò indica una serie di caratteristiche che aumentano il rischio di trasformazione in senso maligno: di solito presentano dimensioni maggiori della norma (oltre i 6-7 mm), hanno un aspetto dermatoscopico sospetto con pigmentazione non uniforme e forma irregolare; questo tipo di lesioni devono essere monitorate nel tempo ed eventualmente asportate.

Vediamo molto brevemente le tipologie possibili di neoformazioni e il loro eventuale trattamento:

Neoformazione congenita

Sono presenti dalla nascita (capita nel 2% dei casi). Meno frequenti sono nevi congeniti giganti, a volte ricoperti da peluria, che ricoprono una superficie abbastanza vasta del corpo.

Neoformazione acquisita

Compaiono in genere fino ai 30 anni e la loro crescita è fisiologica legata alla crescita dell’individuo.

Neoformazione displastica

Hanno dimensioni maggiori rispetto ai comuni nei e un aspetto singolare.

Neoformazione verrucosa o cheratosica

Sono anomalie dovute a ispessimento (ipercheratosi) localizzato della pelle: si presentano di colore scuro ed in rilievo. Generalmente dovute all’età, alla predisposizione genetica o all’esposizione solare, non sono pericolose: possono essere infatti asportate soltanto per finalità estetiche.

Neoformazione giunzionali

Si trovano negli strati intermedi della cute e sono di colore scuro, piatti, senza peli e con bordi regolari. Generalmente non sono pericolosi, ma devono essere tenuti sotto controllo.

Neoformazione composta

Hanno colore scuro e bordi lievemente irregolari e possono essere anche in rilievo. Non sono pericolosi, ma le variazioni di forma e dimensioni vanno tenute sotto controllo.

Nevi di Sutton

Sono nevi circondati da un alone chiaro privo di pigmentazione, che in alcuni casi possono scomparire spontaneamente, lasciando tutta la zona depigmentata. Non devono destare la minima preoccupazione.

Come intervenire

In relazione alla tipologia e alle caratteristiche della neoformazione è possibile attuare due differenti approcci: l’asportazione con laser oppure con bisturi.

Asportazione con laser: consente di annientare con il calore le cellule del neo e può essere preso in considerazione solo per l’asportazione di neoformazioni rilevate sulla pelle. L’asportazione attraverso il laser lascia sulla cute una piccola area abrasa di dimensioni corrispondenti al diametro della neoformazione: occorre medicare l’area trattata per circa 4-5 giorni per giungere a completa guarigione, senza necessità di sutura.

L’abilità del chirurgo plastico è un grande vantaggio anche in questo caso perché sarà in grado di attuare un’abrasione minima e circoscritta all’ indispensabile. Oggi giorno, grazie alla tecnologia d’avanguardia delle strumentazioni, il trattamento laser – quando è possibile – offre addirittura più vantaggi rispetto a quello tradizionale, come una precisione assoluta, nessun sanguinamento, maggiore praticità e tempi di recupero brevissimi.

È preferibile ricorrere al laser CO2 pulsato poiché la luce monocromatica del suo raggio colpisce la lesione vaporizzandola istantaneamente in infinitesime particelle. Con questo trattamento viene asportata una piccola parte di tessuto: non ci sarà così il rischio che le cellule maligne vadano in circolo. Al termine della seduta, eseguita in anestesia locale, sarà applicata una crema lenitiva ed antibiotica in grado di accelerare il processo di ri-epitelizzazione già favorito dall’azione del laser. In pochi giorni le tracce del trattamento non saranno più visibili: è tuttavia consigliabile attendere qualche settimana prima di esporre al sole la parte interessata.

Asportazione chirurgica – Questo intervento è effettuato ambulatorialmente in anestesia locale e la rimozione dei punti di sutura avviene dopo 7-10 giorni, a seconda della sede di intervento. E’ consigliato per neoformazioni che restano piane sulla cute e non rilevate.

Il vantaggio di compiere questo intervento in uno studio di chirurgia plastica con un professionista preparato consente una maggiore attenzione al tipo di sutura (scelta più accurata e precisa del tipo di sutura, tecnica di sutura specifica per ogni tipologia di neoformazione e sede anatomica dell’asportazione) che può essere anche celata nelle pieghe naturali della pelle e risultare quasi invisibile.

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